martedì, marzo 13, 2007

colpita...

"quando hanno portato via i miei figli avevo solo 48 anni e mi sono sentita vecchia; oggi ne ho 68 ma mi sento vent'anni più giovane perchè ho imparato che l'unica lotta che si perde è quella che si abbandona, e perchè ho imparato a non patteggiare, a non arrendermi, a non tacere. E tutto questo me l'hanno insegnato i miei figli.
Io non li ricordo nè torturati nè uccisi: li ricordo vivi! Ogni votla che mi metto il fazzoletto sento il loro abbraccio affettuoso. In Plaza de Mayo, nella nostra piazza, ogni giovedì si riproduce il vero e unico miracolo della resurrezione: noi incontriamo i nostri figli.
Noi non vogliamo le loro ossa. I nostri figli sono desaparacion forzata è un crimine contro l'umanità che non va mai in prescrizione e noi vogliamo che gli assassini paghino per quello che hanno fatto.
Noi non vogliamo tombe su cui piangere, perchè non c'è tomba che possa rinchiudere un rivoluzionario. I nostri figli non sono cadaveri: sono sogni, utopia, speranza... Sono quello che furono, che pensarono, che cantarono, che scrissero, che soffrirono. Non si può seppellire tutto questo!

<...>

Noi non vogliamo soldi per la vita dei desaparecidos perchè la vita non ha prezzo. I miei figli mi hanno insegnato che la vita vale vita. Solamente vita. E non si può riparare con denaro quello che deve essere riparato con Giustizia."


da "Le irregolari" di Massimo Carlotto

1 commento:

Anonimo ha detto...

forse dopo questo libro mi prenderai un pochino meno in giro perchè sono troppo "politicizzata"....
forse...
e quando vuoi, ne ho altri. anche di speranza.