Le parole ingannano: la parola piacere, infatti, nasconde realtà contradditorie, implica al tempo stesso i concetti di calore, di dolcezza, d'intimità dei corpi, e quelli di violenza, d'agonia, di grida. La piccola frase oscena di Poseidonio a proposito dell'attrito di due piccole parti di carne, non definisce il fenomeno dell'amore, così come la corda toccata dal dito non rende conto del miracolo infinito dei suoni. Più ancora che alla voluttà, essa reca ingiuria alla carne, a questo strumento di muscoli, di sangue, di epidermide, a questa rossa nube di cui l'anima è la folgore.
Confesso che la ragione si smarrisce di fronte al prodigio dell'amore, strana osessione che fa sì che questa stessa carne, della quale ci curiamo tanto poco quando costituisce il nostro corpo, preoccupandoci unicamnete di lavarla, di nutrirla, e - fin dov'è possibile - d'impedirle che soffra, possa ispirarci una così travolgente sete di carezze sol perché è animata da una individualità diversa dalla nostra, e perché è dotata più o meno di certi attributi di bellezza su i quali, del resto, anche i giudici migliori son discordi.
da "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar
giovedì, settembre 06, 2007
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2 commenti:
In fondo, ciò che ho letto lo sento come un ode al senso più importante del nostro corpo: Il tatto!
Il tatto è l'unico senso che è "spalmato" per tutto il nostro corpo e che non inganna mai...
... già, insieme all'olfatto è il mio senso prediletto...
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