martedì, ottobre 31, 2006

Un po’ in ritardo, ma arrivo anch’io, volevo commentare la notizia sul gaffes di quel simpaticone di Putin.

Per chi avesse perso l’ultima puntata del reality politico facciamo la peggior figura al mondo, Vladimir (non ti offendi se ti chiamo così maschione vero?) avrebbe commentato con un “chi l’avrebbe detto, non sembrava il tipo capace di violentare dieci donne…tutta l’ammirazione del popolo russo!” riferendosi alla notizia secondo cui, Moshe Katzav, il capo di stato ebraico, sarebbe indagato per molestie sessuali nei confronti di alcune sue dipendenti.

D’accordo, stiamo parlando di uno che nel 2002 ha ordinato un blitz con il gas nervino per liberare degli ostaggi. Uccidendo sì tutti i terroristi, ma anche un consistente numero di ostaggi e intossicandone altri più lievemente. Parliamo di uno che se gli mettete un ciuffo biondo potrebbe essere l’Ivan Drago del “ti spiezzo in due”. Ma a parte gli stereotipi sui russi… rimango sempre allibita su come spesso gli uomini, e non me ne vogliate, diventino assolutamente dei rozzi trogloditi delle caverne quando si trovano in compagnia dei propri simili. Mi immagino la scena commentata dalla voce di Quark… un maschio umano da solo si sente intimidito e ogni affermazione di sé viene tenuta a bada dalla ragione finchè, finalmente, vede dei proprio simili avvicinarsi e tra una chiachhiera e un’altra, vedendo passare una femmina della loro specie, resa magari appetibile dall’abbigliamento, si prodigano a una curiosa lotta. Una lotta verbale a chi farebbe e cosa, con dovizia di particolari, all’avvenente femmina appena passata.

Scherzi a parte, sono un’animo quieto che riconosce le diversità, sono tollerante verso tutti, ma tutto quel che riguarda la discriminazione, la molestia e quant’altro nei confronti di chiunque, e delle donne in particolare mi rende idrofoba. Deridere una violenza, sminuire una molestia è quello che porta molte donne a non raccontare quello che le accaduto. Si rimane stupiti a sentire al telegiornale di sturpi avvenuti a qualsiasi ora e in qualunque posto, ma non si pensa mai che quelli denunciati sono ancora una piccolissima percentuale di quelli realmente subiti. Resta sempre la paura del giudizio, della vergogna. Chiamatemi femminista se vi va.

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