lunedì, ottobre 02, 2006

pensieri neri... a colori

Il paese si interroga, secondo me ancora troppo poco, sulla scelta o meno, in determinate condizioni, di decidere se continuare a vivere… per di più la collega Anna prima di partire per il Nicaragua mi ha detto di dover “aggiornare” il suo testamento… così mi sento quasi in dovere di lasciare precise disposizioni su entrambi gli argomenti.

Qui in pieno possesso delle mie facoltà mentali (niente commenti su quest’affermazione, grazie) dichiaro che, qualora mi trovassi a vivere in stato vegetativo e non possa dire la mia a riguardo, vi prego lasciatemi morire. Prendete ciò che di sano ho, datelo a chi ne ha bisogno e poi lasciatemi morire. NON VOGLIO che qualcuno decida di farmi sotto-vivere in un modo per cui sono appunto sotto la vita, inadeguata a godermela, a camminare, essere autonoma e in grado di intendere e volere. Non accanitevi.

Definizione (da WIkipedia):
L'accanimento terapeutico è un termine medico che indica l'attività di prolungare in modo artificioso le funzioni vitali di pazienti moribondi. Cessare queste attività non significa eutanasia passiva ma semplicemente riconoscere i limiti oggettivi della scienza e dell'esistenza umana. Il termine "accanimento" indica "l'ira ostinata dei cani", letteralmente segnala "ostinazione, tenacia" e per estensione "perseveranza rabbiosa e crudele". Terapia significa cura, assistenza, guarigione da una malattia. Dunque, accanimento terapeutico vuole significare perserveranza rabbiosa e crudele nel trattamento di una malattia che non guarisce e che sta conducendo a morte.
L'accanimento terapeutico avviene quando una persona o i suoi parenti considerano la morte stessa una malattia curabile, invece che un processo fisiologico di fine attività vitale. Il tentativo di opporsi con ogni mezzo al processo fisiologico della morte, riesce in realtà soltanto a prolungare l'agonia, che diventa così lunga, sfiancante e dolorosa, anche per i parenti.

Una volta deceduta vorrei essere cremata… e vorrei una cerimonia NON religiosa.
Niente preti, piuttosto organizzate un ritrovo con musica e roba da bere. Scegliete foto (ritoccate che è meglio) e mettetele in giro per il luogo in cui vi ritrovate. Poi seppellitemi dove volete.

Passiamo al testamento. In realtà di valore non ho molto.
… vediamo, i libri li lascio a mio fratello Paolo, che fa tanto il dotto ma che legge pochissimo. Per Ticchio so che mio fratello Minch sia in grado di badargli.

Poi… lascio le foto alla mia mamma e al papà. La super biancheria da guerra la lascio alla Mao dato che ogni volta sgrana gli occhi.

A LaFrancy… la ricetta della mousse ai 3 cioccolati e dei tartufi.

A Minch lascio anche tutti i miei mobili Ikea che lui saprebbe come reinterpretare.

Per il resto… non ho molto e quello che potrei avere spero che, al momento di andarmene, l’abbia già distribuito in giro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La tua super biancheria da guerra a ME?!?! Mi commuovo. Nel caso (tiè) saprò rendere onore a quei piccoli monumenti alla sensualità che sono i tuoi capi di biancheria intima...giuro.
laMao

Anonimo ha detto...

Oddio...la ricetta del mio dolce superpreferito multiorgasmico???
ma se non la fai tu mi sa che io non ce la posso fare...