lunedì, giugno 23, 2008

Paula di Isabel Allende


Isabel Allende, dal capezzale della figlia in coma a causa di una rarissima malattia, per esorcizzare la paura e la morte inizia a raccontare la vita. E la racconta attraverso la sua strampalata famiglia.

Il racconto si sussegue mentre Paula riceve cure e amore dalla madre, dalla nonna e dal marito. L’ospedale di Madrid in cui la ragazza è ricoverata diventa un po’ prigione e un po’ casa e mentre Isabel si prende cura della figlia, le racconta dei suoi nonni, della vita da piccola, degli amori e delle scelte che hanno portato alla sua nascita. Le descrive il Cile che cambia fino al golpe e a tutto quello che succederà dopo. La militarizzazione e la mancanza di rispetto nei confronti di chiunque.
Nel suo raccontare incontriamo personaggi che l’hanno poi ispirata per i suoi libri e scopriamo che la sua vita è un vero e proprio romanzo in cui storia e passione si incrociano e si arricchiscono di particolari. Incontriamo il presidente Allende e il poeta Neruda, ma diamo un nuovo senso anche ai protagonisti dei suoi libri e ai fatti narrati.

Nel frattempo Paula peggiora e la famiglia decide di trasferirla nella casa di Isabel a San Francisco.
Lì la stanza attrezzatissima in cui la ragazza vive nel suo sonno perpetuo diventa un luogo in cui trascorrere la giornata e dove si susseguono guaritori di ogni tipo nel disperato tentativo di svegliare Paula.
Ma è proprio Paula ad un certo punto ad apparire in sogno alla madre per poterle dire ciò che prova…

Un libro forte e curioso nello stesso tempo. Per un lettore della Allende anche un esercizio nel ricordare a che personaggio dei suoi romanzi somigliano le persone che lei incontra nella vita.
L’urlo di dolore di una madre e lo sfogo di una scrittrice trovano in queste pagine una combinazione avvincente e dolorosa che rende questo libro uno dei più emozionanti della Allende proprio perché meno di fantasia e più di emozioni.

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