Di questo libro si è tanto parlato che ho aspettato un po’ di tempo dalla sua uscita per avventurarmi nella lettura. Per evitare inquinamenti da parte di lettori e media.
La cosa è servita a poco visto l’eco che il libro ha avuto, tanto che settimana scorsa, per fortuna a fine lettura Rai Due trasmetteva uno speciale Anno Zero e la trasposizione teatrale di Gomorra.
C’è chi l’ha definito viaggio nel sistema, io lo chiamerei documentario.
È un mix di racconti autobiografici, atti processuali e considerazioni sociali.
Espone ed analizza come la camorra vive.
La sua economia, la sua immagine, il suo commercio, il reclutamento degli uomini e l’addestramento. L’ascesa e la caduta dei clan, le fissazioni e le manie. Il modo in cui l’attività illegale si fonde con quella legale e il mondo in cui l’illegale viene visto come legale e come unica fonte di sostentamento per un intero paese.
C’è chi, vedendo il libro sulla mia scrivania in ufficio, mi ha detto:
“ma che fai lo leggi? Come se ste cose non si sapessero e questo si è pure rovinato la vita e ora vive sottoscorta”Le cose si sanno, ma se non ci sei dentro non le vedi completamente e soprattutto a furia di dare per scontato che le cose si sanno nessuno ne parla più e se non se ne parla più è come se agli occhi “del pubblico” non esistesse….
Non saprei definire quale dei capitoli del romanzo è il più incredibile, se l’addestramento dei giovani affiliati o se la mania per la cinematografia dei boss o il modo per testare la droga ….
Non so…
Ma ora mi ci vuole un libro ironico per staccare….