mercoledì, aprile 16, 2008

Denti bianchi – Zadie Smith


Era tempo che non leggevo un libro così ricco di personaggi e anche, a dirla tutta così lungo (552 pagine). Faccio questa premessa per spiegare anche quello che è poi il mio giudizio finale.

Questa giovane scrittrice (all’epoca 23enne) si imbarca in una intricata storia di due famiglie multietniche a Londra. Ogni personaggio entra singolarmente nella storia. Le due famiglie si formano durante il romanzo, con lo scorrere delle parole nascono figli, i genitori invecchiano, Londra cambia intorno a loro.

La particolarità del romanzo è che ogni capitolo è un approfondimento di un singolo personaggio. Anche quelli che per 300 pagine spariranno sono analizzati e descritti in maniera certosina, sia nell’aspetto che nel modo di essere e nella possibile evoluzione. Ogni personaggio ha un suo posto nella storia e nessuno si perde. Tutto alla fine torna come in un puzzle composto da pezzi piccoli e complicati.

Credo che questo sia un po’ il motivo per cui, molti hanno abbandonato la lettura (come da testimonianza sia diretta, sia da internet).
Pare insomma che la storia non decolli, il lettore attende una sorta di colpo di scena, mentre continua a leggere i vari punti di vista su un evento da parte di ogni personaggio. Questo è forse il suo handicap ma nello stesso tempo è la sua forza. I vari punti di vista danno l’idea di una città multietnica che vive ricca di persone alla ricerca di una propria identità, di una propria origine e di una propria storia da riuscire a far convivere con la realtà inglese.

1 commento:

hyperballad ha detto...

Questo libro è bellissimo, se ti capita leggi anche gli altri romanzi che ha scritto (soprattutto "L'uomo autografo")