lunedì, dicembre 18, 2006

la TV

Avete mai pensato che con il tempo la TV ci ha abituato alle cose peggiori?

Il telespettatore oramai è abituato a tutto e piano piano ne vuole di più.
Un esempio?
Casi di neo-mamme che uccidono il loro piccolo diventa una situazione seriale che porta all'inevitabile approfondimento in seconda serata. La ragazzina che anni fa ha massacrato madre e fratellino, appena possibile è stata fotografata che giocava a pallavolo e tutti i giornali e telegiornali si sono avventati come avvoltoi...per non parlare della Franzoni che ha capito tutto e oltre a vendere, lei e il marito, ogni volta nuove sconcertanti verità al miglior offerente ci ha deliziato di un fantastico libro che non potrà mancare sotto i nostri alberi di Natale...

..Gode il telespettatore, facendo finta di scandalizzarsi davanti agli scoop di posti in Tv barattati con favori e corpi... per poi premiare con l'ascolto le suddette "vittime" degli scandali...

I reality ci hanno prima shockato (ricordate la prima edizione del grande fratello?) per poi anestetizzarci e cercare con il telecomando sempre di più. Sempre più sesso, sempre più initimità, sempre più insulti.

Poi il senso del sangue, del massacro...

Camilleri ne "Le ali della sfinge" scrive a riguardo:
…come avevi fatto presto la gente ad addivintare cannibale!
Da quanno nelle case era tarsuta la televisione , tutti si erano abituati a mangiare pane e cataferi.
[…]
Pirchì non passava jorno che in qualichi parte del munno c’era ‘na guerra da ammostrare all’urbi e all’orbo. E tu vidivi gente morta di fami, che non aviva ‘na lira per accattarsi ‘na scanata di pani, che sparava ad altra gente altrettanto morta di fami, con bazooka, kalashnikov, missili, bumme, tutte armi ultramoderne che costavano chiossà di quanto potiva costare accattare medicinali per tutti.
S’immaginò un dialogo tra un marito che s’assetta a tavola e la mogliere.
«Che mi priparasti, Catarì?»
«Per primo, pastasciutta condita con un picciliddro sventrato da una bumma».
«Bono. E per secunno?».
«Carni di vitello condita con un kamikaze che si fa saltari in un mercato».
«Catarì, mi staio liccanno le dita!».

1 commento:

Anonimo ha detto...

sottoscrivo senza se e senza ma!