venerdì, ottobre 08, 2010

...a questo mondo....

... succedono cose brutte e cose strane. Sembra essersi perso il senso del giusto e dello sbagliato, la consapevolezza che le azioni portano delle conseguenze e che non tutto deve per forza passare dalla TV...

Ieri sera ero molto turbata nello sentire i tg vari parlare dell'omicidio di Sara Scazzi. Non solo perchè consumato in famiglia e in maniera davvero orribile, ma anche per la sensazione di onnipotenza che quest'uomo dall'aria e dall'animo rude ha avuto. Non mi spiego diversamente il coraggio con cui ha affrontato con calma la sua famiglia per tutti questi giorni e la faccia tosta che ha avuto nell'andare pure a parlare in televisione. Quasi a prenderci in giro, come aveva fatto già qualche anno fa Alessi, l'assassino del piccolo Tommaso.

Siamo davvero purtroppo nella società in cui, come diceva Warhol, tutti dobbiamo godere dei nostri 15 minuti di celebrità?

Insomma ieri sera mi sono chiesta se non sia stato da incoscienti fare un bambino in un mondo così brutto, così consapevolmente cattivo e spietatamente esibizionista. Spero che la risposta la diano davvero le nuove generazioni, e noi nuovi genitori nel crescere i futuri uomini e donne di domani rispolverando alcuni valori quali il rispetto degli altri, l'educazione, il senso civico e il senso del giusto e dello sbagliato ed insegnando fin da piccoli che ad ogni azione segue una conseguenza....

giovedì, settembre 09, 2010

l'amore non è una lista della spesa

la visione di un film (la verità è che non gli piaci abbastanza) e i racconti delle persone che mi stanno intorno mi hanno fatto pensare a come, a volte, ci incastriamo in pippe mentali al di là della follia. Soprattutto noi donne stiamo diventando così vittime dell'organizzazione e della sindrome da wonder woman che, per iperbole, iniziamo a mettere anche il fare l'amore in un'ipotetica "to do list"....

Iniziamo ad avere un manuale per tutto e quelle che una volta erano semplici tecniche per renderci più appettibili all'altro stanno diventando leggi inderogabili...

Il massimo è stato raggiunto da un'amica che raccontandomi di aver conosciuto un nuovo ragazzo si stupiva del fatto che le interessasse nonostante non fosse del tutto aderente alla lista delle caratteristiche che il presunto principe azzurro dovrebbe avere...
Ma non paga della lista delle cose che lui DEVE avere aveva anche una lista delle cose da NON avere...

....mi immagino un curioso monologo tipo quello che da piccoli si faceva all'apertura dei pacchetti di figurine: celo, manca manca, celo.... e si trova un doppione?????

mercoledì, luglio 28, 2010

La caccia la tesoro - Andrea Camilleri


Un'aria di immobilità invade il commissariato di Vigata, nulla accade e nulla si muove... unico diversivo, due anziani fratelli che si chiudono in casa ed iniziano a sparare sulla piazza costringendo Montalbano ad un intervento funanbolico. Nella casa oltre ad una stanza piena di crocefissi di ogni dimensione c'è pure una bambola gonfiabile oramai vecchia e rotta dall'uso che impressiona molto il commissario e che diventa l'inizio di un caso intricato e perverso in cui il nostro commissario diventa giocatore attraverso una caccia al tesoro che parte in maniera innocente e finisce per rendere questo romanzo uno dei più crudi con protagonista Montalbano.

Casino totale - Jean-Claude Izzo


Primo capitolo di una trilogia ( di cui ho già in saccoccia gli altri due). Casino totale ci presenta quello che, io suppongo, sarà il "nostro eroe", Fabio Montale, di origini italiane e che ci scorazza violentemente per Marsiglia alla ricerca di chi, sia materialmente, sia idealmente ha fatto fuori i suoi due amici di gioventù, Manu e Ugo. Ad unirli, un passato in comune, piccoli furtarelli, le prime avventure, grandi nuotate e l'amore per la stessa donna fino a che, i tre si dividono, uno, Fabio diverta un colorito poliziotto, Ugo parte in giro per il mondo e Manu resta a Marsiglia con la donna che ha in pugno i loro cuori, Lola, continuando a delinquere.
Una storia piena di nostalgia e sangue, di sole e quartieri poveri, di mare e di spezie, di donne e di dolore. Un noir insomma in piena regola che a volte è duro come un pugno nello stomaco ed altre è profumato come il mare...

venerdì, giugno 25, 2010

il mondo al contrario

Andare a trovare mio nonno ha per me un duplice effetto emotivo.
Da una parte mi intristisco sempre più nel constatare gli effetti del tempo sulla mente di mio nonno che oramai non riconosce più nessuno, addirittura, visto che oramai ha perso anche le inibizioni e l'uomo integerrimo e pudico ha fatto spazio ad un anziano che segue i suoi più bassi istinti, ha pure toccato il sedere ieri sera.

L'altro effetto è una botta di autostima perchè la sua badante, una ragazza peruviana di una simpatia e di un amore per la vita travolgenti, mi guarda sempre con cupidigia invidiando le mie, oramai abbondantissime,forme.

Ebbene sì, al suo paese, come dice lei, io farei furore! Donne con il sedere grosso come il mio ed il seno prosperoso sono molto amate e così lei, per riuscire ad ingrassare un po' nei punti giusti, in vista dell'agognato incontro con suo marito dopo ben 3 anni di lontananza, fa un sacco di esercizi e si imbottisce di carboidrati...

... per non parlare poi del fatto che invidia la carnagione candida e ci guarda stupita quando noi, orgogliosi mostriamo l'abbronzatura!

davvero un altro mondo!

le donne...

... per la serie NON SONO MAI CONTENTE:

lui: amore con questi nuovi capelli sei bellissima!
lei: ah, quindi prima ero brutta?????

piccoli principi crescono


mercoledì, maggio 05, 2010

avere un figlio...

Durante la gravidanza la frase che io e il mio compagno ci siamo sentiti ripetere più spesso è stata: "fate tesoro di questi momenti..." associata spesso ad una pacca sulla spalla di consolazione.
La cosa ci creava un po' di ansia perchè la descrizione della nascita del primo figlio ci veniva descritta come una sorta di anno zero. Un momento di non ritorno da cui la tua vita cambiava in peggio e in cui il tuo IO veniva irrimediabilmente risucchiato da un essere piccolo piccolo che dipendeva in tutto e per tutto da te e che, non pago di questo, riduceva la tua vita di coppia all'eccitazione di una partita a monopoli.

Noi abbiamo sempre fatto spallucce durante l'attesa, trepidando all'idea della gioia che ci avrebbe dato, ma diciamolo, tremando un po' pensando allo scombussolamento che avrebbe creato. Comunque, con la tranquillità che ci contraddistingue, eravamo pronti a tutto e non avevamo programmato nulla, in maniera da rimanere meno shockati al momento dello stravoglimento di esistenza.

Bhè... Roberto è arrivato...e vabbè, abbiamo rinunciato a qualche uscita serale e ad un paio d'ore di sonno.... abbiamo più parenti in giro per casa che fanno curiosi ultrasuoni di giubilo ad ogni smorfia del bambino, ma siamo mille volte più felici di prima.
Nulla di quello che non posso fare a causa sua mi pare un sacrificio perchè io mi diverto a ridere con lui e di lui. Sono felice di svegliarmi al mattino sentendo i versetti che provengono dal suo lettino e mi si riempe il cuore di amore fino a scoppiare quando sento il suo papà che gli canta i cori da stadio mentre gli cambia il pannolino e mi rilasso e rido quando la sera, prima di cena, faccio un balletto con lui e Stefano con Ticchio sulle note di qualche canzone passata alla radio...

Certo è che lui è proprio bravo.... e come ha detto la veterinaria di Ticchio....
ragazzi vi è andata proprio di culo!

lunedì, maggio 03, 2010







lunedì, aprile 26, 2010

Ogni cosa è illuminata - Jonathan Safran Foer


Prima dell'acquisto di questo libro ho tentannato un po', come mi capita sempre quando si sente tanto parlare di un romanzo. Spesso, forse perchè inizio la lettura con tante aspettative, rimango delusa e affronto ogni pagina con la speranza di incappare in un'illuminazione che mi faccia dire "è meraviglioso".
Anche in questo caso sono partita così e purtroppo non sono mai arrivata all'illuminazione. Anzi ad un certo punto ho quasi lasciato perdere la lettura, ma la voglia di arrivare alla fine per poter dare un giudizio completo, e la rottura delle acque e il ricovero in ospedale con l'insonnia annessa mi hanno fatto concludere il romanzo.
Un giovane ebreo americano, compie un viaggio in Ucraina alla ricerca della donna che salvò la vita a suo nonno durante la persecuzione nazista. Ad accompagnarlo nella ricerca avrà una curiosa compagnia locale: Alex, suo nonno, che dice di essere cieco pur non essendolo ed il cane "guida" di lui, Sammy Davis Junior Junior. Il cammino che li porterà a scoprire cosa fosse successo è colorito e triste nello stesso tempo, sia nel linguaggio usato dallo scrittore che in quello che viene descritto. La storia si sviluppa su più livelli e con più voci narranti che a volte fanno un po' perdere il senso della storia portandoci in vari mondi comunque collegati fra loro.
Bella la maniera di descrivere i personaggi, e bella anche la storia, rimango scettica sulla maniera di raccontarla.

martedì, marzo 02, 2010

pensieri in solitudine

Sono appena uscita dalla doccia. Qualche minuto di relax mentre Ticchio mi sorveglia dalla camera attigua. Stefano non è ancora tornato dal lavoro, fra una mezzora varcherà la soglia di casa accolto da un cane festante.
La casa è insomma silenziosa.
Di quel silenzio che c'è la sera, quando la gente stanca si butta sul divano davanti la TV fino ad addormentarsi.
Oggi sono stata in giro tutto il giorno, lunghe passeggiate per favorire la nascita del mio bambino e per non farmi sentire con le chiappe pesanti. C'era un sole bellissimo e quell'aria che noi definiamo "ticchiosa", da relax, in cui potresti addormentarti al sole senza nemmeno accorgertene.

Tornata a casa e nuovamente sola con il mio fedele compagno a quattro zampe mi sentivo come se fossi stata al mare, sarà l'effetto di questi primi soli che fanno tanto primavera.

Mi sono goduta così un po' di questo silenzio mentre pensavo alle persone che ho incontrato in questi giorni di sole in cui sola, o con Stefano e Ticchio, o anche con la mia nipotina, sono stata oggetto di sguardi addolciti dall'imminenza della nascita. Da curiosità cariche di affetto di chi è felice di vederti così, con la pancia gonfia d'amore e il viso di chi sa che fra poco la sua vita cambierà.

Ed è per questo che mi sono goduta il silenzio... un saluto a qualcosa che, dicono, per un po' non avremo più fra queste quattro mura colorate...

Ma da che sono entrata per la prima volta qua, in questa casa, la mia vita stava già cambiando. Da lì a poco avrei conosciuto Stefano, da lì a poco avrei quindi provato l'amore assoluto che abbiamo, la gioia più immensa che finora ho provato. Da lì a poco avremmo vissuto qua dentro riempendo la casa non solo di colore e foto, ma di risate, musica, peli di cane e tanto amore. Di lì a poco ci saremmo guardati negli occhi e ci saremmo detti: ma perchè aspettare, facciamolo ora questo bambino....

... insomma, non so quando il bambino nascerà, forse stanotte o fra dieci giorni, ma so che qua dentro, in questa tana che la nostra casa, non potrà che esserci la mia famiglia e la mia felicità e fanculo se non ci sarà più questo incredibile silenzio...

giovedì, febbraio 25, 2010

essere incinta.4

al supermercato, cassa precedenza gestanti, la cassiera mi fa cenno di saltare la coda e tutti improvvisamente si rendono conto di essere alla cassa con il simbolino di una panzuta e di una sedia a rotelle... il signore che sta pagando mi guarda e mi dice:

"a signò, almeno lei fra un po' se libera.... a me questa me resta!"
(toccandosi una bella panzona)

lunedì, febbraio 22, 2010

le perfezioni provvisorie - Gianrico Carofiglio



Quarta avventura per l'avvocato Guerrieri che torna con uno studio nuovo e nuovi collaboratori ma che resta, in fin dei conti, il solito personaggio curioso ed in evoluzione che abbiamo conosciuto nei precedenti romanzi.

Il libro gira attorno all'insolita richiesta da parte di un collega di indagare sulla scomparsa di una ragazza, sparita nel nulla sei mesi prima. I genitori non dandosi pace e temendo la chiusura delle indagini da parte delle forze dell'ordine cercano attraverso Guido una risposta al loro dolore.

Seppur confuso, l'avvocato accetta il lavoro e così lo seguiamo nei suoi ragionamenti e nelle sue domande fino alla risoluzione del caso che si rivela più dolorosa del previsto.

Ma nel frattempo che succede al nostro Guido? Anche in questo romanzo il nostro eroe cresce, matura e affronta il tempo che passa con tutte le sue sfumature, e così lo ritroviamo a perdersi in lontani ricordi ed in nostalgie con sapore di rimpianto anche grazie all'aiuto di personaggi che solleticano la sua curiosità e le sue elucubrazioni.

Insomma, anche questa volta, il caso di cui si occupa l'avvocato diventa in fin dei conti una maniera per conoscerlo meglio e volendo, amarlo ancora un po' di più.

lunedì, febbraio 15, 2010

mia suocera 2.0

Mentre l'altro giorno imbastiva il cappottino al cane (vedi precedente post) tra una misura ed un'altra mi butta un: Dopo mi fai vedere il capezzolo

Io, ricordando un tempo in cui a tradimento mi palpeggiò, mi sono irrigidita ed ho risposto un netto e chiaro NO!

Ma lei, da ex infermiera del nido che si vuole assicurare che il futuro nipote abbia agio nel ciucciare il latte ha insistito..

io: NO! rosalba ho detto NO!
lei: ma devo vedere se è fuori
io: il mio capezzolo è assolutamente normale, non preoccupparti
lei: ...
io: (un po' alle strette) chiedi a Stefano!
Stefano: mamma fidati è perfetto così, il bambino lo trova sicuro.

Lei mi è parsa convinta, ma so già che quando sarò in ospedale tornerà all'attacco e cercherà di palpeggiarmi il seno per sentire se mi arriva la montata lattea... e vi assicuro che mi terrorizza più del parto...

mia suocera 1.0

da qualche mese sta facendo una sorta di corredino per il piccolo in arrivo, ha riesumato oggetti, coperte e vestiti che furone del futuro papà, di altri nipoti, ha cucito qualsiasi cosa fosse possibile ed ha uan stanza piena di cose in attesa del grande evento.

Ma visto che stava visibilmente esagerando l'abbiamo bloccata e le abbiamo vietato di andare avanti a cucire e ricamare (anche perchè non proprio secondo il nostro gusto) e così lei che ha fatto, oramai presa da questo fervore????

Ha fatto un bel cappottino al cane...che come dice lei: purin poretti lui!

giovedì, febbraio 04, 2010

A single man


Andare a vedere questo film è stata una scelta orientata essenzialmente da due motivi: l'attore protagonista, Colin Firth, e dal regista, o meglio dalla curiosità di vedere come un uomo con un aurea di bellezza come quella che emette Tom Ford riuscisse a convertire in immagini una storia.

Il risultato è una poesia di immagini e sentimento, di primi piani, di ricordi e di scelte cromatiche. La costruzione di un'immagine nel tentativo di dare parola al dolore.

Julianne Moore che non nasconte le rughe del suo personaggio così tristemente decadente e Colin Firth che rimane sospeso nell'organizzare la propria dipartita mentre il resto dell'America è attanagliata dalla paura per un eventuale bombardamento nucleare, riempiono così la scena di emozioni che altro non serve.

In alcuni momenti Tom Ford cade forse in un manierismo eccessivo, ma usciti dal cinema si ha la sensazione che nessuna scelta di inquadratura, di colore o altro sia stata superflua nel costruire questa poesia d'amore.

SuperTex - Leon de Winter


Max ha 36 anni ed a capo di una ricchissima azienda di abbigliamento a basso prezzo. Guida una Porsche in cui, visto il sovrappeso sta stretto, ha una sexy fidanzata e un pessimo carattere.
Un sabato mattina, mentre sfreccia a folle velocità verso l'ufficio per recuperare delle carte investe un ragazzino ebreo che, con la famiglia,sta andando in sinagoga. Anche lui di famiglia ebrea ha come un tuffo nel passato e nella propria coscienza visto che ora lui è "un ebreo con la Porsche".
Chiama così la psicoanalista da cui un anno prima aveva smesso di andare e le chiede un'intera giornata di seduta. Sul lettino percorrerà ogni evento della sua vita e della sua famiglia che lo hanno portato ad essere un "ebreo con la Porsche".
Una lettura veloce e piacevole che forse pecca in qualche stereotipo ma che rimane comunque una piacevole compagnia.

venerdì, gennaio 22, 2010

Julie&Julia


Julia Child si traferisce nel 1949 a Parigi seguendo il marito ambasciatore americano e lì, ammaliata dalla cucina francese e infastidita dalla noia inizia un corso di cucina francese che la porterà ad essere un'ottima cuoca e poi, dopo varie e vicissitudini, anche co-autrice di un libro di ricette di incredibile successo.
Julie Powell, nel 2002, usa la cucina come sfogo da una vita che non la rende del tutto felice. Lavoro in un loculo in raccoglie le richieste di di risarcimento delle famiglie colpite dalla tragedia dell'11 settembre e, nonostante all'università fosse la più promettente fra le sue compagne non ha mai finito di scrivere il suo primo romanzo. Ha però un delizioso marito che la spinge a scrivere utilizzando la sua passione per la cucina e soprattutto per le ricette di Julia Child per cui Julie ha un vera venerazione.
La ragazza inizia così un blog in cui in un anno deve sperimentare un tot di ricette tratte dal libro della sua eroina. La cucina ed il blog iniziano a diventare il centro della sua vita, il luogo in cui rifugiarsi nel cercare una sua nuova dimensione ed in cui avvicinarsi sempre più alla vita della Child e attraverso cui riesce anche ad avere un enorme successo.
Nel film le due vite vengono raccontate in parallelo in una maniera deliziosa, permettendoci di amare entrambre le protagoniste accompagnate dai rispettivi mariti in un'avventura votata alla felicità.
La Streep è meravigliosa nei panni di questo donnone sopra le righe che avvolge le persone che ha intorno con travolgente solarità e amore, mentre la Adams è coinvolgente nel farci sentire parte di questo mondo in cui noi donne ci sentiamo quasi in dovere di essere in grado di essere tutto: in carriera, moglie, amante e donna di casa perfetta.
C'è poi Stanley Tucci che torna a lavorare con la Streep dopo il diavolo veste prada nei panni, questa volta, nel piccolo e dolce e meraviglioso marito della Child. Un attore in grado di incantare ed essere incredibilmente bravo in qualsiasi ruolo sia stato impegnato. Con la capacità di rendersi personaggio di un attore caratterista, ma senza interpretare mai lo stesso ruolo riesce ad essere fantastico sia che faccia il cattivo (come in The terminal) che l'omosessuale collaboratore della Streep o il marito di quest'ultima in questo film.

l'oscura immensità della morte - Massimo Carlotto


Una storia raccontata a due voci, quella di Silvano a cui durante una rapina hanno ucciso moglie e figlio e Raffaello, il rapinatore che ha distrutto le loro vite.
Passati 15 anni da quel tragico e terribile momento i due narratori sono entrambi annientati dal dolore, uno non è riuscito a riprendersi la vita che gli è stat tolta insieme a quella della sua famiglia e ha bisogno di vendetta. L'altro è in carcere malato di cancro e di sensi di colpa. A risvegliare la rabbia di Silvano ci pensa una lettera in cui si chiede di dare il consenso alla grazia per Raffaello che così potrebbe curarsi da uomo libero.
Le due voci raccontano la loro vita e il modo in cui immaginano quella dell'altro che si è incrociato solo in un aula di tribunale o attraverso le parole di giornalisti invadenti e privi di rispetto che vogliono solo scavare in un dolore che è muto, che non riesce a uscire, non riesce ad esplodere se non al momento di consumare, fredda, una vendetta di una violenza inaudita e cruenta.
Dopo arrivederci amore ciao non mi stupisco della violenza di cui è in grado di parlare Carlotto, ma in questo romanzo non c'è solo una crudeltà cieca, c'è dolore e c'è l'incapacità di vivere liberi dai fantasmi dell'amore e della felicità che ha toccato Silvano e che lo ha abbandonato portandosi via la sua capacità di essere uomo.

martedì, gennaio 12, 2010

Asterix e le 12 fatiche: la Casa che rende folli(VIII)

Come mai pubblico questo (lungo) video?

Semplice, per la mia pratica di maternità, l'INPS, mi ha chiesto il certificato della mia ginecologa validato da una struttura del servizio sanitario nazionale.

Nulla di strano penso io e così mi faccio fare dalla mia dottoressa un bel certificato che, mi dice lei, dovrò far timbrare in ospedale o all'ASL.

Semplice formalità mi dico... ed invece...

All'ospedale mi dicono che non sanno bene, forse dovrei fare una visita, e mi dicono di chiedere al CUP.

Al CUP, una donna con un espressione ebetissima mi dice che non ne sa nulla, di chiedere all'ASL.

All'ASL mi danno il numero di un consultorio familiare. Chiamo e la signora che risponde mi dice che loro non possono farlo in quanto non sono assistita da loro. Io un po' infastidita chiedo quindi come fare per avere un timbro su un certificato esistente e facendo conto che sono incinta di 7 mesi... risposta: credo che debba fare un visita per accertare la sua gravidanza...

Un po' perplessa mi tocco la panzona e con determinazione mi dirigo verso un'altra ASL per chiarire una volta per tutte come devo fare.

All'ASL mi infilo nel consultorio familiare e nuovamente, ma stavolta con certezza, mi viene detto che devo fare una visita presso l'ospedale che appurerà così il mio reale stato di gravidanza e la signora aggiunge: sa noi potremmo andare avanti sulla fiducia, ma non essendo lei nostra paziente non possiamo garantire...

Mi ritocco istintivamente la pancia, spero tanto che il bambino non senta le idiozie della burocrazia italiana, e così, come da indicazioni, mi ridirigo nuovamente al CUP.

Altra signorina con un espressione davvero vaqua, quando le spiego il mio problema mi dice che allora mi fisserà un appuntamento in ospedale, certo non si può fare prima del 13 di gennaio. Inutile spiegare che avrei dovuto presentare la pratica entro il 10 ed inutile cercare nel suo sguardo un barlume di empatia o anche solo uno spiraglio di vita, così accetto la visita del 13 gennaio che confermerà che la panza che mi è cresciuta non è il risultato prolungato dell'Oktoberfest e i movimenti che mi sballanzolano il ventre non è un meteorismo eccessivo, ma bensì un bambino. Mi immagino un signore che felicemente difronte all'ecografia di un pupo che oramai peserà un paio di chili mi dirà: signora lei è in dolce attesa!

Vabbè, insomma il tutto si è risolto in circa 4/5 ore, che sarà mai!

Forse è per questo che ho postato questo video...

venerdì, gennaio 08, 2010

prendersi tempo

Questa è una delle cose che molte donne del corso preparto che frequento, me compresa, si aspettano dal corso stesso.

è curioso come serva fare un figlio per potersi fermare, respirare e godersi la vita al di fuori del tran tran quotidiano.

Anche io ho detto che mi aspetto di prendermi del tempo. In fin dei conti, seppur avevo ridotto le ore lavorative, ancora non mi ero davvero fermata per godere di quello che sto vivendo.

Sto godendo nello svegliarmi con un piedino nelle costole e delle manine che ravanano e ti fanno correre a fare la pipì nel momento in cui spingono troppo sulla vescica, sto godendo nel mettere alla mia pancia, oramai bella grossa, le cuffione e sentire che il bambino si rilassa, sto godendo nell'accarezzare la testa del mio compagno mentre appoggia l'orecchio alla pancia o osserva i movimenti che il pupo, come un alien dentro di me,fa fare al mio corpo.

Ma non sto godendo solo delle meraviglie di avere un bambino dentro di me, sto godendo del mio tempo. Un esempio: ho appena prenotato la ceretta di lunedì pomeriggio alle 16. Credo di non aver mai avuto la possibilità di andarci in qualsiasi momento come ora.
Sto godendo nel non aspettare il sabato per fare la lavatrice e sto godendo quando, magari a metà pomeriggio, notando che in TV non c'è nulla spengo tutto e sotto la copertina sul divano mi metto a leggere un libro.

Godere del tempo è qualcosa di incredibile, dopo anni ad uscire all'ora di colazione e rientrare giusto giusto per cena, mi accorgo di quanta gente c'è in giro alle quattro del pomeriggio.
La vecchietta che abita nello stabile di fronte a me e che ogni sera attendeva il mio rientro per tirare giù la tapparella mi ha invitato da lei per un caffè, il fioraio dirimpettaio non vede l'ora che passi dentro a prendere un fiore per fare due chiacchiere e mia madre passa quando vuole a vedere come sto, per portare fuori Ticchio o anche solo per bere un caffè, insomma un'altra vita sociale che ti purifica nell'animo dall'ansia degli orari e dalla fretta del produrre.

Nel frattempo mancano in teoria due mesi alla nascita del mio bambino e mi ha preso la frenesia di preparare la tana. La nostra e la sua, spostare il letto, fare lo spazio per il fasciatoio e i suoi microvestitini, creare un piccolo angolo per i suoi sogni augurandoci che sia dolce e tranquillo come siamo ora io e il suo papà nell'attenderlo e che ci faccia dormire la notte....