Durante la gravidanza la frase che io e il mio compagno ci siamo sentiti ripetere più spesso è stata: "fate tesoro di questi momenti..." associata spesso ad una pacca sulla spalla di consolazione.
La cosa ci creava un po' di ansia perchè la descrizione della nascita del primo figlio ci veniva descritta come una sorta di anno zero. Un momento di non ritorno da cui la tua vita cambiava in peggio e in cui il tuo IO veniva irrimediabilmente risucchiato da un essere piccolo piccolo che dipendeva in tutto e per tutto da te e che, non pago di questo, riduceva la tua vita di coppia all'eccitazione di una partita a monopoli.
Noi abbiamo sempre fatto spallucce durante l'attesa, trepidando all'idea della gioia che ci avrebbe dato, ma diciamolo, tremando un po' pensando allo scombussolamento che avrebbe creato. Comunque, con la tranquillità che ci contraddistingue, eravamo pronti a tutto e non avevamo programmato nulla, in maniera da rimanere meno shockati al momento dello stravoglimento di esistenza.
Bhè... Roberto è arrivato...e vabbè, abbiamo rinunciato a qualche uscita serale e ad un paio d'ore di sonno.... abbiamo più parenti in giro per casa che fanno curiosi ultrasuoni di giubilo ad ogni smorfia del bambino, ma siamo mille volte più felici di prima.
Nulla di quello che non posso fare a causa sua mi pare un sacrificio perchè io mi diverto a ridere con lui e di lui. Sono felice di svegliarmi al mattino sentendo i versetti che provengono dal suo lettino e mi si riempe il cuore di amore fino a scoppiare quando sento il suo papà che gli canta i cori da stadio mentre gli cambia il pannolino e mi rilasso e rido quando la sera, prima di cena, faccio un balletto con lui e Stefano con Ticchio sulle note di qualche canzone passata alla radio...
Certo è che lui è proprio bravo.... e come ha detto la veterinaria di Ticchio....
ragazzi vi è andata proprio di culo!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento