Hotel a 4 stelle la cui stanza era in realtà una suite di cui vedete degli autoscatti di me e Fiore che interpretiamo quelle che sono disinvolte nella suite.
Abbiamo quasi sempre girato a piedi nonostante un tempo in perenne cambiamento e nonostante le distanze così siamo riuscite a goderci sia le versione più turistica della città sia un po' di spirito parigino, anche grazie a una giovane coppia italiana trasferita a parigi.
Altra cosa rilevata è la, spesso assurda, abitudine dei francesi di tradurre. Siamo incappate in improbabili traduzioni di nomi davvero fastidiose, come se noi traducessimo Delacroix in Dellacroce.
L'opera che ho maggiormente apprezzato non è stata l'affollatissima gioconda, bansì gli schiavi di Michelangelo, in special modo quello morente, dove forza, dinamicità, dolore e sensualità si mescolano con un risultato turbante ed emozionante.
Poi ritorno a piedi in hotel con pausa in un bistrò.
Il sabato inizia, oltre che con i piedi che patiscono i km delle precedente giornata, con la gita alla Tour Eifell dove, dopo un'oretta, riusciamo, grazie ad una guida turistica a saltare la prima coda! Arrivate al secondo piano un vento pazzesco ci travolge e ci fa compagnia nella lunga fila dell'ascensore che ci porterà al terzo piano. Purtroppo lì non troviamo il bigliettino che ci aveva lasciato Maria. Ma godiamo della vista pazzesca.
Ci dirigiamo verso la Senna e saliamo sul Batobus che ci porterà prima a Notre-Dame e poi verso gli Champs Elysée. Poi serata parigina con i due ragazzi italiani (Thomas e Laura) e il capoccio di Fiore in trasferta anche lui.
Passeggiata post cena in una città affollata e bellissima dalle mille luci.
(le foto notturne le voglio pubblicare poi)
Domenica mattina dopo aver fatto le valigie e averle portate a casa di Thomas e Laura andiamo tutti e cinque alla Gare d'Orsay dove mi perdo nelle svariate stanze e tra le meraviglie che espone, oltre che nella bellissima struttura.
Passeggiata con pranzo fino a casa dei giovani giusto in tempo per evitare l'ennessimo acquazzone e per recuperare le valigie e dirigerci verso l'aeroporto Charles de Gaulle che è pure lui un esempio davvero esemplare di architettura.
Il finale straVip prevede in più di essere "promosse" al momento dell'imbarco, da economy a business class. Meno male, l'economy era costellata di bambini che tornavano da Euro Disney, mentre da noi c'era solo un bambino che era la personificazione del piccolo di Pennac. Delizioso.
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