Proseguo “Delle ceneri di Angela” in cui lasciamo il nostro Frank in procinto di sbarcare in America.
Non bello come il primo, forse perché il protagonista non è più un bambino e le vicende sono meno toccanti… seppur viene fuori comunque il talento di McCourt e la situazione di un paese, gli USA in cui la mescolanza non ha portato altro che un differenziarsi, soprattutto in grandi realtà, come New York e una ghettizzazione fatta dalla paura, dalla diffidenza verso il diverso.
Pensiero che ha poi avuto conferma da un film
Crash, visto la scorsa settimana in cui una serie di situazioni e personaggi sono collegati fra loro essenzialmente dall'argomento comune, il razzismo.
Non so, rimango ancorata e affezionata all'Europa. Città più piccole e umane, non mi sento per niente attratta da città e civiltà nate dall'invasione e dalla sottimissione delle popolazioni originarie. Che oltretutto si mettono al di sopra di tutto e tutti... vabbè insomma una serie di motivi per cui non sono abbagliata dal modello americano ci sono... ma magari ne parliamo un'altra volta.
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