venerdì, gennaio 22, 2010
Julie&Julia
l'oscura immensità della morte - Massimo Carlotto
martedì, gennaio 12, 2010
Asterix e le 12 fatiche: la Casa che rende folli(VIII)
Come mai pubblico questo (lungo) video?
Semplice, per la mia pratica di maternità, l'INPS, mi ha chiesto il certificato della mia ginecologa validato da una struttura del servizio sanitario nazionale.
Nulla di strano penso io e così mi faccio fare dalla mia dottoressa un bel certificato che, mi dice lei, dovrò far timbrare in ospedale o all'ASL.
Semplice formalità mi dico... ed invece...
All'ospedale mi dicono che non sanno bene, forse dovrei fare una visita, e mi dicono di chiedere al CUP.
Al CUP, una donna con un espressione ebetissima mi dice che non ne sa nulla, di chiedere all'ASL.
All'ASL mi danno il numero di un consultorio familiare. Chiamo e la signora che risponde mi dice che loro non possono farlo in quanto non sono assistita da loro. Io un po' infastidita chiedo quindi come fare per avere un timbro su un certificato esistente e facendo conto che sono incinta di 7 mesi... risposta: credo che debba fare un visita per accertare la sua gravidanza...
Un po' perplessa mi tocco la panzona e con determinazione mi dirigo verso un'altra ASL per chiarire una volta per tutte come devo fare.
All'ASL mi infilo nel consultorio familiare e nuovamente, ma stavolta con certezza, mi viene detto che devo fare una visita presso l'ospedale che appurerà così il mio reale stato di gravidanza e la signora aggiunge: sa noi potremmo andare avanti sulla fiducia, ma non essendo lei nostra paziente non possiamo garantire...
Mi ritocco istintivamente la pancia, spero tanto che il bambino non senta le idiozie della burocrazia italiana, e così, come da indicazioni, mi ridirigo nuovamente al CUP.
Altra signorina con un espressione davvero vaqua, quando le spiego il mio problema mi dice che allora mi fisserà un appuntamento in ospedale, certo non si può fare prima del 13 di gennaio. Inutile spiegare che avrei dovuto presentare la pratica entro il 10 ed inutile cercare nel suo sguardo un barlume di empatia o anche solo uno spiraglio di vita, così accetto la visita del 13 gennaio che confermerà che la panza che mi è cresciuta non è il risultato prolungato dell'Oktoberfest e i movimenti che mi sballanzolano il ventre non è un meteorismo eccessivo, ma bensì un bambino. Mi immagino un signore che felicemente difronte all'ecografia di un pupo che oramai peserà un paio di chili mi dirà: signora lei è in dolce attesa!
Vabbè, insomma il tutto si è risolto in circa 4/5 ore, che sarà mai!
Forse è per questo che ho postato questo video...
venerdì, gennaio 08, 2010
prendersi tempo
è curioso come serva fare un figlio per potersi fermare, respirare e godersi la vita al di fuori del tran tran quotidiano.
Anche io ho detto che mi aspetto di prendermi del tempo. In fin dei conti, seppur avevo ridotto le ore lavorative, ancora non mi ero davvero fermata per godere di quello che sto vivendo.
Sto godendo nello svegliarmi con un piedino nelle costole e delle manine che ravanano e ti fanno correre a fare la pipì nel momento in cui spingono troppo sulla vescica, sto godendo nel mettere alla mia pancia, oramai bella grossa, le cuffione e sentire che il bambino si rilassa, sto godendo nell'accarezzare la testa del mio compagno mentre appoggia l'orecchio alla pancia o osserva i movimenti che il pupo, come un alien dentro di me,fa fare al mio corpo.
Ma non sto godendo solo delle meraviglie di avere un bambino dentro di me, sto godendo del mio tempo. Un esempio: ho appena prenotato la ceretta di lunedì pomeriggio alle 16. Credo di non aver mai avuto la possibilità di andarci in qualsiasi momento come ora.
Sto godendo nel non aspettare il sabato per fare la lavatrice e sto godendo quando, magari a metà pomeriggio, notando che in TV non c'è nulla spengo tutto e sotto la copertina sul divano mi metto a leggere un libro.
Godere del tempo è qualcosa di incredibile, dopo anni ad uscire all'ora di colazione e rientrare giusto giusto per cena, mi accorgo di quanta gente c'è in giro alle quattro del pomeriggio.
La vecchietta che abita nello stabile di fronte a me e che ogni sera attendeva il mio rientro per tirare giù la tapparella mi ha invitato da lei per un caffè, il fioraio dirimpettaio non vede l'ora che passi dentro a prendere un fiore per fare due chiacchiere e mia madre passa quando vuole a vedere come sto, per portare fuori Ticchio o anche solo per bere un caffè, insomma un'altra vita sociale che ti purifica nell'animo dall'ansia degli orari e dalla fretta del produrre.
Nel frattempo mancano in teoria due mesi alla nascita del mio bambino e mi ha preso la frenesia di preparare la tana. La nostra e la sua, spostare il letto, fare lo spazio per il fasciatoio e i suoi microvestitini, creare un piccolo angolo per i suoi sogni augurandoci che sia dolce e tranquillo come siamo ora io e il suo papà nell'attenderlo e che ci faccia dormire la notte....