Dopo un primo approccio felice con l'autore eccomi a una nuova lettura.
Il libro ha un po' un titolo da manuale di auto-aiuto... ma alla fine è poi la base della storia.
Quattro persone si trovano sul tetto di un grattacielo chiamata "la casa dei suicidi" la notte dell'ultimo dell'anno con l'intenzione di buttarsi.
Quattro persone che tra loro in un'altra circostanza non si sarebbero mai nemmeno rivolti la parola si ritrovano a salvarsi la vita. Un presentatore televisivo finito in disgrazia perchè beccato con una minorenne, una donna che ha dedicato la vita al figlio disabile, una ragazzina disadattata, logorroica, sboccata e bisognosa di affetto e un giovane americano che ha fallito nella musica e lavora come consegna pizze.
Questo improbabile gruppo si ritrova a raccontarsi. Ed è quello che noi leggiamo. I racconti fatti da ogni personaggio ci dice quel che accade dentro e fuori di loro, quattro modi di parlare e di muoversi che Hornby è bravissimo a differenziare, ci accompagnano nell'evolversi di questo gruppo di auto-aiuto.
Ironico e amaro. La solitudine, l'incapacità di parlarsi e di capirsi si uniscono a situazioni paradossali che creano una storia che si legge con un sorriso.
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2 commenti:
ops il libro che è il primo nella lista di quelli che devo leggere....
speriamo di troare il tempo prima o poi...
vedi ad essere pendolari il tempo lo si trova per forza...diciamo che la lettura è un po' il mio rifugio in metropolitana
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