lunedì, aprile 27, 2009

Il piano B, o meglio cosa fare se la crisi ti assale?

Questa è la domanda che ho iniziato a pormi quando la crisi che attraversa il mondo è esplosa con veemenza con i primi licenziamenti.

E se dovesse capitare a me? Se mi dovessi trovare con le chiappe a terra e ho comunque il mutuo da pagare e la vita da vivere?

Chiedendo in giro mi ha colpito il fatto che il piano B è, per molti, il sogno nascosto.

C’è chi aprirebbe un negozio, chi cercherebbe di vivere d’arte e chi si butterebbe nella ristorazione.

Il piano B è insomma il sogno nel cassetto.

Ma perché il sogno lo teniamo sempre come piano B e non tentiamo da subito di arrivarci, di afferrarlo?

Un ex collega che lavorava di controvoglia nella pubblicità inseguendo un mondo di musica e ha avuto bisogno del licenziamento per sentirsi autorizzato a stare dietro al suo sogno… perché siamo così timorosi di lanciarci nella vita e lo facciamo solo quando, come ora, il mondo dice che va tutto storto?

Il mio piano B?

Il mio piano B cambia di giorno in giorno forse perché ho troppi sogni nel cassetto ed ogni volta che lo apro ne esce uno diverso, o forse perché sono troppo volubile…

martedì, aprile 21, 2009

C’è TV e TV

Confesso di aver ceduto ai richiami televisivi di un talent show.
Che è finito domenica con la vittoria di un ragazzone di 38 anni.

Lo show in questione è ovviamente XFactor.
Ammetto che è stato per me, cresciuta a pane e Saranno Famosi, come un canto delle sirene per i marinai. C’era musica, di quella buona, voci, di quelle belle e c’erano i sogni.

Anche se devo dire che forse è quello che non c’era la motivazione per cui è stato così piacevole, per me, da vedere.

Non c’era la polemica a tutti i costi, non c’era un pubblico parlante e non c’era la strumentalizzazione della vita privata per attirare il pubblico. Non c’era la volgarità della rissa ad ogni costo e non c’erano le insopportabili lacrime di coccodrillo. Non c’erano canzoni di Gigi D’alessio e non c’era l’utilizzo coatto del suscitare emozioni estranee alla musica.

C’era inoltre educazione e rispetto tra i vari concorrenti e c’era la gioia di poter cantare.

C’era tutto quello che amici, fattorie, isole e fratelli vari hanno barattato per un po’ più di visibilità:
l’orgoglio di avere del talento che da solo deve bastare per emergere.

Se tutta la TV fosse così?
Se qualcuno non avesse usato questo potentissimo mezzo per plasmare i gusti, gli usi e le mode e soprattutto per soggiogare con lustrini e chiappe l’opinione pubblica chissà come sarebbe l’Italia ora….

venerdì, aprile 10, 2009

cosa fa più male?

Quando la natura dà sfogo delle sua potenza non si può far altro che rimanere ad assistere sperando che ci grazi, ma non è poi così semplice pensare che "la colpa" sia solo della Terra che ha deciso di ricordarci che lei è più forte di noi. Sembra quasi che in questi casi non ci si possa nemmeno arrabiare, in fondo non è colpa di nessuno, è solo che la Terra si è messa a tremare....

Ma fa male.

Fa male vedere le immagini di paesi crollati e fa male vedere le immagini di persone che hanno perso tutto.

Fa ancora più male, perchè il simbolo del non ritorno, vedere le file di bare al funerale,
sulla galleria di repubblica c'è il particolare di una piccola bara bianca appoggiata su una più grossa che strazia il cuore.

Ma cosa fa più male della rabbia?

La rabbia nel pensare che delle costruzioni, non così antiche, sono crollate seppellendo vite che si credevano sicure.
La rabbia nel sapere che alcune costruzioni sonno figlie di bustarelle e ti occhi chiusi a fronte di giochi ad alto livello.
La rabbia nel leggere, proprio oggi, sui giornali, come 400 milioni di euro potrebbero essere "risparmiati" accorpando in un unico giorno il voto ed il referendum ma che, per altri giochini ad alto livello, forse si farà finta di nulla e si sperpereranno soldi pubblici.

Cosa si potrebbe fare con quei 400 milioni di euro?

Ci sono paesi e città da ricostruire, ci sono aiuti da stanziare, ci sono debiti che chi quella casa ha visto franare sotto i piedi o peggio sopra la testa, deve ancora pagare...

E perchè no, magari c'è da vedere quale, almeno fra gli edifici pubblici, della nostra penisola sia effettivamente in grado di sopportare le scosse che hanno fatto crollare un ospedale, una casa dello studente ed una prefettura.
C'è da capire o meglio da spiegare perchè, tra le scuole d'Italia, quelle che rispondono alle norme di sicurezza si contano come macchie bianche in un lago nero, o no?

Idee su cosa si potrebbe fare con quei soldi se ne avrebbero. La paura è che, nonostante il dolore e la rabbia che si respira ascoltando il telegiornale, leggendo testimonianze e vedendo immagini, la follia di chi gioca in alto possa avere comunque la meglio...